Cesulì (chiesina)

Un po’ di storia

Antica chiesa parrocchiale di Colere dal 1459 divenne parrocchia di S. Bartolomeo, ma la sua origine si può far risalire prima del 1400.

 

Sopra l’architrave di pietra all’entrata della chiesa è incisa la data 1585, si può pensare ad una ristrutturazione a seguito della visita pastorale di S. Carlo Borromeo avvenuta nel 1579. Nei suoi scritti ne descrive la sua disposizione: “due navate, una larga 10, l’altra 6; la prima coperta di legname, l’altra fatta a volta e dipinta, il muro parzialmente dipinto….nella stessa costruzione esistono due chiese separate da un muro divisorio interno”. Già allora si sollevava il problema di avere una chiesa più grande.

 

Dopo molte difficoltà e contrasti tra gli abitanti delle varie contrade del Paese, divisi sulla decisione se ristrutturare la vecchia parrocchiale o costruirne una nuova, nel 1788, si costruisce l’ attuale chiesa parrocchiale, e la vecchia chiesa, da allora per tutti “Cesulì”, diverrà un luogo di culto con funzioni religiose saltuarie.

 

La costruzione della nuova parrocchiale, comportò il progressivo abbandono della vecchia chiesetta che subì il passare degli anni. Negli anni ’70 la costruzione subisce i primi crolli e quindi nel 1976 il Comune di Colere opera un primo intervento urgente rifacendo il tetto. Nel 1983 il Gruppo Alpini di Colere si offre volontario al risanamento della struttura partendo dall’esterno per poi passare ai lavori interni. Il comune di Colere s’impegna a sostenere tutte le spese per i materiali E’ durante i lavori di ristrutturazione che ci si accorge che nei secoli passati era stato costruito un doppio muro e vengono quindi riscoperti degli affreschi del XV-XVI-XVII° secolo attribuibili a Pietro da Cemmo.

 

Il 27 aprile 1985 si inaugura il restauro del Cesulì.

 

Nel 1990 viene ristrutturato anche il campanile sempre a cura del Gruppo alpini di Colere.

 

Nell’area antistante la chiesa troviamo due monumenti:

– il primo ricorda i caduti sulla montagna e specificatamente la sfortunata spedizione “Valdiscave 81” sulle Ande peruviane in cui morirono tre scalvini. La lastra in bronzo è dello scultore Zambetti di Sovere.

 

– il secondo a forma di una una lacrima, ricorda i caduti sul lavoro e in modo particolare i lavoratori delle miniere della Presolana. L’opera bronzea è del pittore – scultore Tomaso Pizio, scalvino.

 

Nella chiesa sono visibili:

– frammenti di affreschi del XV, XVI, XVII secolo;

– un altare in legno del ‘500 di scuola camuna;

– Madonna e Santi, dipinto ad olio su tela di Lattanzio Querena del 1796;

– Madonna e i Santi Sebastiano, Nicola da Tolentino e Rocco di Francesco Pagani, del 1659.

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